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>> Tradizioni & Folklore di Morra De Sanctis

Sono numerose le usanze e le feste folkloristiche che si ripetono puntuali di anno in anno a Morra De Sanctis; quasi tutte le manifestazioni riguardano festività  religiose, come quella di San Rocco, protettore di Morra, San Gerardo, la Madonna di Monte Castello, Santa Lucia ecc..

Vista la prevalenza dell’attività agricola, la cultura popolare è ricca di canti e musiche legate alle tradizioni contadine del passato. E’ molto diffusa la cultura dell’organetto e quindi della tarantella, oltre a quella dei moltissimi canti popolari che ricordano vecchi racconti di tresche amorose ed amori ostacolati. Molto tradizionali e sentite sono le commedie in dialetto morrese che periodicamente vengono rappresentate, tra le quali, la commedia drammatica “Cecilia”,
                                                                       messa in scena alla fine del carnevale.

CICILIA
di Autore ignoto

Questa parodia carnevalesca della Tosca è stata tramandata a noi dall'inizio del 1900'. Fu forse portata a Morra da alcuni pugliesi di Cerignola che in quel tempo vennero a lavorare a Morra da muratori e si stabilirono nel nostro paese. La mia anziana zia Letizia racconta che già prima della Grande Guerra 1915-1918 i morresi vennero a Guardia Dei Lombardi a cavallo per rappresentare Cecilia in quel paese.
La trama racconta di un uomo che ha una bella moglie, che, a quanto sembra, è ambita da diversi pretendenti. Durante una lite con uno di loro in una bettola, il marito di Cicilia, lo Scapolazzo, ammazza il rivale con una coltellata. 
Inseguito e catturato dai carabinieri è imprigionato. In prigione canta una canzone nostalgica della libertà perduta.
Durante un processo farsa, in cui viene accusato perfino dai suoi difensori, è condannato a morte per impiccagione.
La moglie, Cecilia, si reca dal capitano comandante a chiedere la grazia per suo marito. Il capitano acconsente, ma a patto che Cicilia passi una notte d'amore con lui.
Allora la donna si reca dal marito a chiedere il permesso e questi glie lo concede.
Dopo la notte passata col capitano, Cicilia s'affaccia al balcone e vede suo marito che penzola dalla forca, il capitano l'aveva tradita.
La caratteristica di questa commedia è che generalmente gli attori sono sempre gli stessi. in passato il condannato era Corradino Mariani, dotato di una bella voce, il capitano Giuseppe Covino, Cicilia Luciano Mazza, la dama di compagnia il fratello Pasqualino Mazza. Le parti degli avvocati e dei giudici erano scritte di volta in volta e, generalmente, si accordavano con le caratteristiche della persona che recitava.
Scomparsi questi personaggi antichi, Cicilia  fu ripresa dalla Pro Loco Alfonso Gargani e, da quel tempo, viene rappresentata ancora quasi ogni anno. Una volta fu rappresentata in Svizzera  alla festa dei Morresi Emigranti di Basilea. 
Tratto dal libro "VOCABOLARIO DEL DIALETTO MORRESE" scritto da Di Pietro Gerardo. 
 

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