Mostra Fotografica e Documentaria

23/11/1980 - 23/11/2020
A 40 anni dal terremoto

Le misure di contenimento dell'epidemia Covid-19 non ci permettono di realizzare una mostra fotografica e documentaria sul terremoto del 23 novembre 1980 nella forma tradizionale. Per cui tutto il materiale raccolto dalla precedente mostra del 2010 fino ad oggi è stato pubblicato in questa nuova sezione del sito web della Pro Loco Morra De Sanctis dedicata ai 40 anni dal terremoto.

La mostra fotografica e documentaria "23/11/1980 - 23/11/2020 - A 40 anni dal terremoto" resterà online e consultabile anche in futuro. La raccolta non è esaustiva ma verrà arricchita da ulteriori foto, video, documenti e testimonianze. Chi volesse inviare altro materiale può contattare il Presidente della Pro-Loco Francesco Pennella. Ringraziamo tutte le persone che hanno messo a disposizione foto e documenti: Gerardino Di Pietro, Gianfranco Caputo, Mimmo Giugliano, Rocco Del Priore, Giuseppe Marra, Archidio Mariani, Antonio Mignone, Rosa Guarino, Davide Di Pietro, Francesco Grippo, Manuel Giugliano. Ringraziamo per le preziose testimonianze: Rosmarie e Alberto Gianinazzi, Susanne Buenzli, Gernot Mühlbauer, Gerardino Di Pietro, Mimmo Martinucci, Dino Carino, Davide Di Pietro.

GERNOT. A MORRA DOPO PIU' DI QUARANT'ANNI

Gernot Mühlbauer, insieme a sua moglie Andrea, è ritornato a Morra a fine maggio 2022 per visitare il paese che aveva visto distrutto quarant'anni prima quando, con l'associazione tedesca "Private Erdbebenhilfe Italien e.V.", aveva contribuito ai soccorsi post-terremoto e alla ricostruzione. Andrea e Gernot sono stati accolti dalla Pro Loco di Morra e accompagnati in un giro turistico per il paese ricostruito. Ritornato in Germania, Gernot ci ha inviato la sua preziosa testimonianza sull'opera svolta dall'associazione in quegli anni.

Dear Francesco,
Here you will have the little article you mentioned in your e-mail from 31.05.2022. I hope it will help you. Andrea and me think often about the time with you in Morra and we hope, that we can see you next year.
With kindest regards and all our best wishes.
Andrea und Gernot

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Caro Francesco,
Qui troverai il piccolo articolo che hai citato nella tua e-mail del 31.05.2022. Spero che ti aiuterà. Io e Andrea pensiamo spesso al tempo passato con te a Morra e speriamo di poterci vedere l'anno prossimo.
Con i più cordiali saluti e tutti i nostri migliori auguri.
Andrea e Gernot

Mi chiamo Gernot Mühlbauer e ho 83 anni. Durante gli ultimi anni della mia vita professionale, ho insegnato in una scuola universitaria di ingegneria e ho anche lavorato come consigliere per l'industria e il servizio pubblico nella mia patria, la Germania.
Ho lavorato nello staff dirigenziale dell'associazione "Private Erdbebenhilfe Italien e.V." (Sostegno privato per le vittime del terremoto) che era stata fondata da Udo Scheidt durante il Natale del 1980 dopo il terribile terremoto avvenuto nell'Italia meridionale. Il suo scopo, che noi tutti condividevamo, era: "Come posso io godermi il pranzo di Natale se i parenti dei miei colleghi devono abitare in case distrutte non sapendo come andare avanti. Dobbiamo assolutamente aiutare!".
Molti membri dell'associazione erano impiegati dell'azienda BMW AG di Monaco e molti dei nostri colleghi del reparto Ricerca e Sviluppo come anche del riparto Produzione venivano dall'Italia meridionale. Per svolgere l'attività dell'associazione potevamo utilizzare l'infrastruttura dell'azienda BMW che abbiamo infatti sfruttato al massimo.
In che cosa consisteva questo sostegno? Avevamo una base a Frigento, non lontano da Morra. In questa base raccoglievamo tutte le richieste e le trasferivamo telefonicamente e mediante telescrivente ai nostri uffici della sede principale dell'azienda a Monaco. In seguito, grazie all'aiuto del Ministro tedesco della Giustizia di allora, Hans Jochen Vogel, trasferivamo queste richieste ad una caserma delle forze armate tedesche a Monaco. I presentatori Günther Jauch e Thomas Gottschalk durante le loro trasmissioni nella radio bavarese diffondevano le nostre richieste di aiuto a persone qualificate. Oppure cercavamo le persone giuste nei nostri computer, nei quali avevamo registrato tutti coloro che una volta avevano dato il loro contributo. Così siamo riusciti a mobilitare, grazie alle nostre indicazioni, più di 600 persone che si sono potute recare con camion e col materiale necessario nelle zone colpite dal terremoto e lì hanno potuto dare un contributo alla ricostruzione. Nel caso in cui le donazioni non fossero già state effettuate da donatori generosi, eravamo noi a finanziare questi viaggi e a comprare il materiale necessario con il denaro raccolto. Udo Scheidt ricorda, ritornando con la memoria al 25 novembre 1983, che erano stati donati circa 800.000 marchi tedeschi, che erano stati percorsi circa 350.000 chilometri e che coloro che erano venuti in soccorso avevano lavorato più di 150.000 ore.
Ancora oggi sono orgoglioso di aver potuto dare il mio piccolo contributo per questo bellissimo paese e per i suoi abitanti del Sud, restituendo a loro di nuovo la possibilità di vivere in una maniera dignitosa.

Gernot Mühlbauer

23 maggio 2022 - Gernot Mühlbauer con il presidente della Pro Loco Francesco Pennella davanti al Municipio di Morra De Sanctis

L’INTERVENTO DEI VOLONTARI DEL POLITECNICO DI ZURIGO NEL POST TERREMOTO MORRESE

Nell’estate 1981 un gruppo di studenti delle facoltà di architettura ed ingegneria edile del Politecnico di Zurigo prese l’iniziativa per organizzare un volontariato per le zone terremotate del Sud Italia. Furono scelti i paesi di San Gregorio Magno e Morra De Sanctis, quest’ultima per il legame storico con Francesco De Sanctis, che durante l’esilio in Svizzera fu professore presso l’istituto di Zurigo. Il docente Klaus Dolder guidò una squadra di 24 studenti che durante un mese era impegnata a compiere degli studi sulla ricostruzione, con rilievi urbanistici, architettonici e geologici e conseguenti proposte per la ricostruzione. Inoltre si effettuavano interventi di aiuto concreti, come lavori di sgombero o la costruzione di baracche, il tutto in collaborazione con la popolazione morrese. In una mostra conclusiva i lavori furono presentati al pubblico cittadino.
Per me, allora poco più che ventenne, fu il primo viaggio nell’Italia del Sud, dopo aver partecipato a vari seminari universitari tra Como, Venezia e Umbria ed essermi appassionata al Bel Paese così ricco di cultura. Certo che questa volta non c’era da immergersi nelle bellezze delle città d’arte, da ammirare i tesori artistici dei musei e da assaporare l’amata cucina italiana nelle osterie tipiche. Trovammo sì il paesaggio stupendo dell’Alta Irpinia nella luce di una calda estate, ma a vedere i paesi nella terribile distruzione provocata dal sisma del novembre dell’80, le campagne punteggiate da case sbriciolate e gran parte della popolazione rifugiata in abitazioni di fortuna quali roulottes e prefabbricati, ci fece presto comprendere la gravità dell’accaduto. Ma durante le settimane del nostro impegno a Morra trovammo un altro tesoro, per me mai sperimentato nei miei viaggi da turista per studio: il grande calore umano, l’accoglienza cordiale e sorridente di una popolazione così duramente provata dalla catastrofe. L’amore per questo piccolo centro con la sua gente così ospitale scoccò subito, e non esitai ad offrirmi anche per la seconda missione con Klaus Dolder nella primavera dell’82, quando tornammo per presentare i nostri progetti per la ricostruzione elaborati nei mesi successivi al primo intervento. Nel frattempo di progetti ne erano stati fatti tanti dai tecnici locali, e purtroppo le nostre proposte finirono nei cassetti...
Nacque però un legame sentimentale con un giovane sindacalista morrese impegnato nel coordinamento degli interventi del post terremoto, Mimmo Giugliano, che un anno dopo sarebbe diventato mio marito e mi avrebbe permesso di stabilire un legame a vita con Morra De Sanctis.
Anche Klaus Dolder si sentì legato a Morra e vi fece ritorno in più occasioni, per l’ultima volta nel settembre 2015 durante un viaggio in Campania con sua moglie Ursula. Due anni più tardi, il 17 dicembre 2017, ci raggiunse la triste notizia della sua improvvisa scomparsa.

Susanne Buenzli-Giugliano

Klaus e Ursula Dolder nel 2015

Susanne Buenzli

23.11.1980 – 23.11.2020: A QUARANT’ANNI DAL TERREMOTO

Care e cari morresi,
care amiche e cari amici a Morra

Nell’occasione del quarantesimo anniversario del terribile terremoto che colpì la Campania, la Basilicata e Morra, desideriamo inviarvi un affettuoso saluto, ricordando quella che fu un’esperienza drammatica e indimenticabile non solo per voi ma pure per tutti coloro, che con differenti gruppi di volontari, vennero in vostro aiuto.
Si dice che il passar del tempo aiuta a lenire il dolore e le ferite di questa tragedia. Le immagini però restano e resteranno per sempre indelebili nel cuore e nelle menti di chi le visse in prima persona.
Molti i ricordi legati a quella che fu pure per noi, del Gruppo Epicentro, un’esperienza indimenticabile per tutta la vita. E qui vada un pensiero e un ringraziamento particolare a tutti i volontari del Gruppo, che, a volte in condizioni non facili, resero possibile il nostro aiuto a Morra. Potremmo scrivere e citare moltissimi ricordi e aneddoti, momenti tristi e felici, divisi con la popolazione morrese e con tutti gli amici a Morra. Non basterebbe un libro…
In occasione del 30° anniversario, dieci anni fa, fu allestita al castello di Morra una mostra sul terremoto, dove, tra i numerosi e preziosi documenti, fu ricordato in modo esauriente pure il nostro Gruppo, con un articolo e una foto dei primi giorni dal nostro arrivo. Sarebbe troppo lungo e a 40 anni di distanza pretestuoso elencare quello che cercammo di fare con il nostro aiuto. Basti accennare a quello che fu il nostro principio: aiutare direttamente, rispettando la cultura locale, scegliendo delle priorità in base alla realtà del momento. Ciò non fu sempre facile, perché una sfida enorme.
Ci piace ricordare alcune immagini, nitidissime: quelle del nostro campo base, il campo sportivo, con rulotte e tendoni che ci diedero alloggio; quelle dei bar morresi (indimenticabile il Bella Morra, con Menico Antonio e tutta la sua famiglia), la piazza, gli innumerevoli prefabbricati, la scuola elementare, il palazzo della famiglia Indelli, le case di molte altre famiglie diventate amiche, sia nel paese che nelle contrade. Questi e altri luoghi dove lavorammo, discutemmo, decidemmo tutte le attività, nel Gruppo e con tutti voi.
Ma una cosa svetta su tutte e rimarrà indimenticabile: la vostra generosa e immensa ospitalità, la vostra amicizia, gli innumerevoli contatti umani, di cui molti attuali ancora oggi. Durante i 40 anni dal sisma alcuni di noi ebbero l’occasione di ritornare una o più volte a Morra per incontrarvi, per vedere come il paese e le contrade furono ricostruite, per trascorrere ore in amicizia, non dimenticando la solidarietà reciproca di sempre. Quarant’anni non sono pochi e hanno lasciato il segno: pensiamo a chi abbiamo conosciuto a Morra e ora scomparso. Pensiamo pure a chi ha collaborato nel Gruppo Epicentro e ora non c’é più: René, Marc e Ursula.
Saremmo venuti più che volentieri a Morra, per ricordare con tutti voi questo anniversario. Purtroppo la pandemia ci impedisce di viaggiare e dobbiamo rimandare una visita a tempi migliori.
Auguriamo di cuore a tutte e a tutti voi, come pure a Morra e alle sue contrade, che restiate fiduciosi, intraprendenti, desiderosi di scoprire nuovi orizzonti e nuove esperienze per costruire un futuro solido e duraturo.
Rimaniamo sani!

Cari saluti e speriamo a presto

Rosmarie e Alberto Gianinazzi
Per il Gruppo Epicentro

Da sinistra: Enzo Dall'Olio (all'epoca volontario Caritas di Bologna) e Alberto Gianinazzi (Gruppo Epicentro Zurigo) di ritorno a Morra nel 2010 in occasione del trentennale dal terremoto. In quell'occasione ritornò a Morra anche Marina Accorsi (Caritas di Bologna).

Un rumore grande

Ferita, memoria, macerie. Gli Irpini conoscono bene queste parole, non solo quando si parla di terremoto. Il sisma non è semplicemente un evento storico, un ricordo del passato, ma rappresenta una chiave identitaria, un tassello della storia interna di ogni singolo paese dell’entroterra. Il boato di quei novanta secondi riecheggia ancora oggi tra le macerie di una quotidianità lentamente ricostruita, tra i cumuli di una socialità ritrovata. Morra De Sanctis ha fatto i conti con il buio di quella sera, ha compreso il vero potere della speranza, il valore prezioso della rinascita, e la vita associativa del paese lo dimostra: la promozione del territorio, la valorizzazione delle peculiarità artistiche, naturali, storiche e culturali, la tutela dell’ambiente - di cui la Pro Loco si fa portavoce - prendono forma dalla volontà di ri-costruire un tessuto sociale, di rinnovare i legami tra l’uomo e le proprie radici, di tramandare con orgoglio i saperi e le storie del passato. L’Irpinia non è soltanto una costellazione di case, orti e terreni, è un luogo fatto di nomi, di sacrifici e di rivincite. Nel mezzo ci sono i rumori del tempo, a volte assordanti, altre volte edificanti.

Pro Loco Morra De Sanctis

Il sisma

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Le vittime

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I soccorsi

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I soccorsi

I primi anni dell'emergenza

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La ricostruzione

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Medaglia d'oro al merito civile

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Medaglia d'oro al merito civile

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