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L'IMPEGNO POLITICO E LA PUBBLICAZIONE DELLE SUE OPERE
Nel 1860 conobbe Mazzini e, dopo aver interrotto il ciclo di lezioni sulla poesia cavalleresca, sottoscrisse il manifesto del Partito d'Azione e partì per l'Italia per un nuovo impegno da attivista della politica volto ad assecondare l'unificazione e a combattere l'estremismo repubblicano. Fu eletto prima Governatore della Provincia di Avellino, poi da Cavour fu nominato Ministro della Pubblica Istruzione.

Nel 1866, non avendo ottenuto la riconferma del suo mandato parlamentare, potè dedicarsi alla pubblicazione di molte fra le sue opere più importanti: Saggi critici ('66) , Saggio critico sul Petrarca ('69), Storia della Letteratura Italiana ('70 - '71), Nuovi saggi critici ('72). In questo periodo maturò il suo distacco dalla Destra Moderata e divenne autorevole promotore della Sinistra costituzionale, laica e democratica. Ottenne nel '71 la cattedra di Letteratura comparata presso l'Università Federico II di Napoli, il cui solo titolo sarebbe sufficiente a documentare la dimensione europea del suo impegno di studioso e di maestro.
Tuttavia, con l'avvento della Sinistra al potere la ripresa della lotta e la speranza di una seria svolta democratica allontanarono ancora una volta e per sempre il De Sanctis dall'insegnamento, e in occasione di un viaggio elettorale, nel 1875, fece ritorno alla sua natìa terra. L'occasione generò un romanzo memorialista in cui il De Sanctis dimostra di conoscere e riconoscere gli ambienti, le personalità, i costumi di vita e i comportamenti sociali. Redarguisce i giovani, affinché essi dissolvano l'atmosfera di scetticismo che li avvolge, li spinge a confrontarsi con la realtà del paese e ad impegnarsi direttamente nelle grandi occasioni storiche. In quest'opera sperimentò anche un nuovo linguaggio narrativo, ispirato alle esperienze del naturalismo francese, cui fu sempre attento. I suoi sforzi per la formazione di una mentalità nuova e progressiva sono tuttora significative testimonianze della vivacità e del realismo di una mente altissima, che sapeva sempre politicamente adeguarsi alle circostanze ed esporre concetti profondi nella forma più piana e meglio accessibile all'animo popolare.
Dopo altre, insigni occasioni politiche, nel Ministero della Pubblica Istruzione, dopo memorabili testimonianze letterarie (lo Studio sopra Emilio Zola, lo Studio su Leopardi e il Darwinismo nell'arte) e dopo aver lottato contro gravi infermità, morì a Napoli il 29 dicembre del 1883.

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