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>> Unità d'Italia.

Anno 1821.
I moti risorgimentali di Silvati e Morelli trovano in Morra una classe borghese culturalmente aperta e responsabile. Ben otto patrioti morresi verranno esilitati da Re Ferdinando: i sacerdoti Vincenzo Rossi, Rocco Pugliese, Giuseppe Maria De Sanctis, gli speziali Diego Di Pietro e Luigi Sarni, il medico Pietro De Sanctis, i possidenti Giovanni Di Pietro e Giuseppe Cicirelli. Lo stesso principe di Morra, unitamente al suo segretario Don Giuseppe Sauchelli, viene sospettato e l'abitazione del suo amministratore in Morra, Luigi Sauchelli, viene attentamente perquisita. In mancanza di prove la polizia borbonica arresterà il Sauchelli perchè in possesso di tabacco di contrabbando.

Così Francesco De Sanctis ricorda la partenza per l'esilio degli otto patrioti morresi:

"E vennero, e ci fu un grande abbracciarsi, e si levò un gran pianto, e io, vedendo piangere, piangevo e strillavo e mi stringevo alla mamma. Fatto adulto, mi riferirono che quelli erano gli otto morresi del ventuno, tutti parenti, due De Sanctis, due Di Pietro, un Cicirelli, un Sarni, un Pugliese e un D'Ettore, che in quel triste giorno prendevano la via dell'esilio. Questo è un titolo di nobiltà più moderno, ma non meno rispettabile che di esser nati dagl'Irpini."
(Dal "Viaggio Elettorale", Morra Irpino).

Nel 1848 Francesco De Sanctis partecipò ai moti rivoluzionari di Napoli. Nel 1850 fu arrestato a Cosenza e imprigionato per tre anni a Castel Dell'Ovo. Esiliato prima a Torino e poi a Zurigo, il 9 settembre 1860 fu nominato Governatore di Avellino da Garibaldi.
Nel 1861 venne eletto deputato al Parlamento nazionale e divenne il primo ministro della pubblica istruzione del Regno d'Italia (governo Cavour).

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Video documentario su Morra in Inglese


Viaggio a Morra De Sanctis


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